Secondo il MIPEX 2025, la legislazione portoghese, fino alla metà del 2024, era una delle più favorevoli all'integrazione degli immigrati, insieme a Svezia e Finlandia.
Nel 2024, il governo PSD/CDS ha eliminato la manifestazione di interesse, un ricorso legale che permetteva a chi era entrato con un visto turistico di regolarizzare il proprio status in Portogallo. Il grande afflusso di immigrati ha ritardato i processi di ricongiungimento familiare, le cui regole il governo intende inasprire ulteriormente con la nuova legge sugli stranieri, che sarà riesaminata martedì, dopo essere stata respinta dalla Corte Costituzionale in agosto.
Il Portogallo si distingue nell'accesso al mercato del lavoro, nel ricongiungimento familiare e nell'accesso alla cittadinanza, dove occupa una posizione favorevole e differenziata rispetto alla maggior parte dei Paesi dell'Unione Europea.
Problemi persistenti
Tuttavia, persistono problemi in settori come "l'istruzione e l'assistenza sanitaria, dove esistono ancora ostacoli all'accesso effettivo a risorse adeguate", si legge nel rapporto.
"Il Portogallo dimostra la sua capacità di attuare politiche di integrazione, ma i risultati del MIPEX ci ricordano che non possiamo dare nulla per scontato" e "il prossimo passo dovrebbe essere quello di rafforzare l'integrazione ed evitare battute d'arresto legislative che compromettano l'inclusione e la coesione sociale", afferma Lucinda Fonseca, dell'Istituto di geografia e pianificazione territoriale dell'Università di Lisbona, che ha collaborato al progetto.
Per il team di esperti portoghesi, "se le modifiche legislative attualmente in discussione saranno approvate, la posizione del Portogallo nel MIPEX probabilmente si deteriorerà" e "norme più restrittive per l'accesso alla cittadinanza e al ricongiungimento familiare rappresenterebbero un chiaro passo indietro, con un impatto diretto sulla stabilità e sul senso di appartenenza di molte migliaia di persone".
Lucinda Fonseca sottolinea che "politiche di integrazione efficaci non solo portano benefici agli immigrati", ma "rafforzano la coesione sociale, aumentano la fiducia nelle istituzioni e contribuiscono alla sostenibilità demografica e allo sviluppo economico del Paese".
Secondo l'indice, "politiche di integrazione inclusive e ben attuate migliorano i risultati educativi e occupazionali e riducono i pregiudizi" nei confronti degli immigrati.
Gli "approcci restrittivi", soprattutto per quanto riguarda "cittadinanza, ricongiungimento familiare e partecipazione politica", indeboliscono "l'inclusione democratica e la coesione sociale".
Raccomandazioni
Nelle loro raccomandazioni, gli autori sostengono che il Portogallo dovrebbe "investire maggiormente nell'integrazione, in particolare nell'insegnamento del portoghese come lingua non materna, nella fornitura di risorse adeguate nelle scuole e nella mediazione socio-culturale, consolidando i progressi e preparando un futuro più coeso, equo e inclusivo".
Il MIPEX, prodotto dal think tank europeo Migration Policy Group, valuta 58 indicatori in settori quali il mercato del lavoro, il ricongiungimento familiare, l'istruzione, la partecipazione politica, la residenza permanente, la nazionalità, la lotta alla discriminazione e la salute.
In questa valutazione, il Portogallo ha ottenuto 83 punti su 100 possibili, mentre la media generale dell'UE è di 54, indicando una "stagnazione generale delle politiche di integrazione" in Europa.
I Paesi che hanno aderito all'UE dopo il 2004 hanno politiche più restrittive nei confronti degli immigrati (media di 44 punti) rispetto agli altri (media di 63).
Tra gli aspetti positivi, gli autori sottolineano l'esistenza di un solido quadro giuridico in materia di antidiscriminazione, nonché politiche di "residenza permanente moderatamente sicura" e una positiva "integrazione nel mercato del lavoro".
Sul versante più negativo, il Mipex segnala le crescenti difficoltà di accesso alla cittadinanza e le politiche educative "ancora poco sviluppate".