Molti di noi sono stati educati ad equiparare il servizio al sacrificio, a credere che dare fino a svuotarsi sia in qualche modo da lodare. Ma in realtà, quando siamo a corto di energie, non stiamo servendo nessuno, tanto meno noi stessi. La verità semplice e radicale è questa: quando serviamo prima noi stessi, serviamo meglio gli altri.
Non si tratta di egoismo, ma di pensare a noi stessi. È capire che noi siamo la brocca o la tazza attraverso la quale scorrono l'amore, la cura e la compassione. E se il recipiente è incrinato, trascurato o secco, anche tutto ciò che vi si riversa porterà con sé quell'energia.
Per generazioni le persone, soprattutto le donne, sono state condizionate a mettere al primo posto i bisogni degli altri. Ci prendiamo cura del partner, dei figli, dei colleghi, dei clienti, dei genitori, degli amici... e solo dopo che tutti gli altri si sono sistemati, possiamo offrire a noi stessi gli avanzi di tempo e di energia. Ma pensateci: vi aspettereste che il vostro telefono continui a funzionare se non lo caricaste mai? Guidereste la vostra auto all'infinito senza fare rifornimento? Eppure, in qualche modo, ci aspettiamo di continuare a dare senza reintegrare ciò che è stato speso.
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Servire noi stessi per primi non significa voltare le spalle agli altri. Significa riconoscere che la nostra energia e la nostra presenza sono risorse limitate, e prendersene cura garantisce che ciò che offriamo sia autentico e sostenibile. Quando siete riposati, nutriti e connessi a voi stessi, la vostra presenza diventa un balsamo. Si ascolta meglio. Si risponde invece di reagire. Si può arrivare da un luogo di compassione piuttosto che di risentimento.
Il rispetto di sé dà il tono a tutte le relazioni della nostra vita. Quando ci presentiamo per noi stessi ponendo dei limiti, parlando con sincerità, onorando il riposo e dicendo no quando intendiamo dire no, insegniamo agli altri come trattarci. Le persone imparano come comportarsi con noi attraverso il nostro comportamento. Se ci spingiamo continuamente oltre i limiti, gli altri penseranno che siamo a nostro agio nel farlo. Se sminuiamo i nostri bisogni, gli altri prenderanno il nostro silenzio come un consenso. Ma quando onoriamo il nostro valore, gli altri iniziano a rispecchiare il nostro rispetto.
Fare da modello non significa pretendere o controllare gli altri: si tratta di incarnare lo standard con cui vogliamo vivere. E questa incarnazione ha un effetto a catena. Quando qualcuno vede che vi fermate prima di dire sì, o che date priorità al vostro benessere senza sensi di colpa, gli date silenziosamente il permesso di fare lo stesso. In questo modo, servire prima se stessi diventa un silenzioso atto di leadership. Trasforma l'ambiente intorno a voi, non con la forza, ma con l'esempio.
Quando riempiamo prima la nostra tazza - attraverso il riposo, il nutrimento, la riflessione, la connessione, il movimento o la creatività - costruiamo una riserva di forza interiore. Da questa pienezza, le sfide della vita diventano più gestibili. Quando si è esauriti, il più piccolo ostacolo può sembrare una montagna. Una parola dura può farvi precipitare nella spirale. Una battuta d'arresto può sembrare un fallimento. Ma quando si è ben equipaggiati - emotivamente, fisicamente e spiritualmente - si possono affrontare le stesse sfide con fermezza. I fattori scatenanti si presentano ancora, ma non vi controllano più. Avete la capacità di fare una pausa, di respirare, di scegliere la vostra risposta. Invece di crollare, potete accedere agli strumenti emotivi e somatici che avete imparato.
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Questo non significa che la vita diventi improvvisamente facile o priva di dolore. Significa che il vostro centro diventa più solido. Iniziate a fidarvi di voi stessi, a sapere che qualsiasi cosa arrivi, avete la capacità di reggerla. Servire prima di tutto se stessi permette di passare dal sopravvivere al prosperare. Quando siete costantemente a corto di energia, il vostro servizio è guidato dall'obbligo o dal senso di colpa. È reattivo e dispersivo. Quando invece siete pieni, il vostro servizio scaturisce naturalmente dall'amore. Potete dare senza risentimento. Potete ascoltare senza difese. Potete sostenere gli altri senza perdervi nelle loro storie.
Questa pienezza non è arroganza, è allineamento. È sapere che il vostro benessere sostiene il benessere di tutti coloro che vi circondano. Quando vi prendete cura di voi stessi, vi mostrate al meglio: più chiari, più calmi, più creativi, più compassionevoli. Portate luce nel vostro lavoro, nella vostra casa, nella vostra comunità. E da quella luce, anche gli altri vengono sollevati.
Forse è arrivato il momento di riscrivere la narrazione, forse dobbiamo dire a noi stessi: "Di cosa ho bisogno per poter servire con un cuore aperto?". Il mondo non ha bisogno di altri aiutanti esausti e abnegati. Ha bisogno di esseri umani integri, fondati e radiosi che capiscano che il vero servizio inizia dentro di sé.





