"Il problema di altri Paesi è anche il problema del Portogallo, ma noi in Portogallo, oltre a cambiare le regole europee, siamo impegnati a cambiare la legge nazionale, e nelle prossime settimane il Paese ascolterà una proposta di revisione del regime di rimpatrio", ha annunciato il Ministro della Presidenza, António Leitão Amaro.
Parlando al termine di una riunione dei ministri degli Interni a Lussemburgo, il funzionario ha sottolineato che si tratta di "un problema e una sfida che riguarda tutti gli Stati membri d'Europa", poiché "i governi che incontrano cittadini stranieri in situazione di illegalità hanno difficoltà ad attuare i rimpatri, volontari o forzati, verso i loro Paesi d'origine".
"L'Europa può avere porte che non sono tutte chiuse e attraverso le quali le persone possono entrare, sia attraverso l'asilo che attraverso l'immigrazione economica, a patto che rispettino le nostre regole. Chi non le rispetta va incontro a delle conseguenze, e le conseguenze sono l'espulsione", ha sottolineato Antonio Leitão Amaro.
Attualmente, la legge portoghese prevede il collocamento in centri temporanei di coloro che sono entrati illegalmente nel Paese, ma stabilisce un periodo massimo di detenzione di 60 giorni.
Dopo questo periodo, se l'espulsione non può essere completata, lo Stato è obbligato a rilasciare queste persone, anche se il processo di espulsione è ancora in corso.
Le autorità portoghesi hanno respinto la maggior parte delle richieste e quasi tutti i cittadini sono stati rilasciati perché il periodo di detenzione legale era scaduto.
Sistema europeo
Nel marzo di quest'anno, la Commissione europea ha proposto la creazione di un sistema comune europeo per il rimpatrio dei migranti illegali, suggerendo il rimpatrio in Paesi terzi sicuri e il trattamento forzato di coloro che soggiornano illegalmente nell'UE.
Questa proposta è ancora in discussione, poiché si stima che solo il 20% circa dei cittadini di Paesi terzi costretti a lasciare l'UE lo faccia effettivamente, eludendo le autorità e tornando in altri Paesi dell'Unione.
Arrivando alla riunione in Lussemburgo, il commissario per gli Affari interni e la migrazione Magnus Brunner ha sostenuto che l'Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera(Frontex) dovrebbe avere un "ruolo più forte nella sicurezza delle frontiere", anche attraverso operazioni con i droni (aerei a pilotaggio remoto) per "migliorare la gestione dei rimpatri".
Il ministro europeo ha anche chiesto l'intervento dei Paesi dell'UE nell'ambito del nuovo patto sulla migrazione e l'asilo, assicurando che queste iniziative stanno già portando a un calo degli attraversamenti illegali.
"Siamo a un punto di svolta nella politica di migrazione e asilo, e stiamo già vedendo i risultati del nostro approccio comune nella lotta contro la migrazione illegale: gli attraversamenti di frontiera sono diminuiti del 22% quest'anno, dopo un calo del 37% l'anno scorso".
Il nuovo Patto europeo sulla migrazione e l'asilo è stato adottato nel maggio 2024 e prevede la lotta all'immigrazione clandestina e la solidarietà obbligatoria tra gli Stati membri attraverso la condivisione degli oneri.